Strade Blu

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Biografia

In principio…

… era Giulio Bradamante. Un uomo solo con la sua chitarra e le sue note.
Le sue precedenti di gruppo interessano solo per il suo incontro con Stefano Salamena, il suo diabolico alter ego elettrico.
La sua vita si disperde nei meandri di una caserma di Nocera Inferiore (solo chi ha visto può capire).
Da quell’esperienza esce con rinnovata determinazione (e una notevole perdita di cellule neuronali…)
Comincia a riunire intorno a sé una nutrita schiera di musicisti, alcuni dei quali si perdono nell’oblio.
A quell’epoca non c’era neanche un nome, ma le idee…le idee…
Tira fuori dal cappello a cilindro il suo vecchio bassista, Luca Pucci, conosciuto all’epoca del FolkStudio nella rassegna Folkstudio Giovani e solo Dio sa come viene in contatto con un apolide senza meta noto al secolo con il nome fittizio di Sacha…Sascia…Sascha…insomma una cosa così De Oliveira.
Dove e come lo abbia conosciuto rimane un mistero, fatto sta che un giorno era lì, seduto sullo sgabello di una batteria spacciandosi per un batterista (n.d.r. “yafol yafol, io suonare canzone tre pezzi…”).
Dal suo inquietante passato (di Sascha) riemergono frammenti inquietanti, fra i quali una fantomatica batteria parcheggiata (non si sa perché) in Belgio.
Dall’inquietante passato di Giulio riemerge il diabolico Stefano “Peter Parker” Salamena, terrore di tutti i brani lenti e di tutti i proprietari delle sale prove di Roma che ammorba con le sue fandonie improbabili.

Da quell’incontro i pezzi di Giulio non saranno più gli stessi: il punk e la new wave entrano violentemente nel sound del gruppo per non uscirne mai più. Sembra incredibile ma Stefano ha suonato anche con altri gruppi, non vi diciamo quali per non fare pubblicità…ma loro, che punk e new wave la facevano, lo hanno cacciato e ce lo siamo accattato noi. Il suo corpo è straziato non dalla droga, non dall’alcool, non dalle donne (al limite dai tentativi andati a vuoto…), bensì dalle overdose di insulina, iniettati con un aggeggio simile ad un gameboy, cui sottopone il suo organismo per potersi scolare ettolitri di birra.
Disperato il leader trascina con sé il delicato ed intellettuale bassista (non è mica lui a scrivere quest’introduzione, è proprio che è così) e crea la dependance acustica per avere ancora l’illusione di comandare (non credete all’introduzione…non lascia libertà compositiva ai musicisti, sono loro che se la prendono…ahahahahaha!!!!)

Allora erano ancora i Lebaed (?) e giravano come disperati per una serata (spiegatelo voi al proprietario del locale che non avete un demo, che non fate cover, che non avete una claque e che il batterista la batteria ce l’ha, ma sta a Bruxelles…).
Per un periodo minimo furono i Bradamanti e il terrore di Italo Angelozzi (n.d.r. proprietario della sala prove Musicazione) a San Lorenzo.
Poi hanno preso il nome di Strade Blu e suonano solo al Pulp a San Lorenzo (ma i gestori di questa sala prove avevano in serbo di cacciarli fuori a calci…)
Il futuro è oscuro, ma, ahinoi, senza l’apolide…non può stare troppo tempo in un posto (sospetto, molto sospetto…).

Si giunge a registrare il primo disco che dopo varie vicissitudini vede la luce nel settembre del 1999.
La presentazione viene fatta con un concerto presso il Blues River e di quella serata viene anche registrato un video.
E’ proprio quella sera che si contrappone l’ultimo concerto di Sasha e l’arrivo di Emiliano “Dixan” Fanelli.
Un turn-over immediato e un colpo di fulmine che porterà a cambiare la sonorità ritmiche del gruppo.

In quella fine d’anno si susseguono parecchi concerti presso locali in quel periodo molto in voga come L’Alpheus, Mentelocale, Blues River, I Vitelloni ed anche interviste radiofoniche. Rimane traccia solo quella fatta una domenica a Radio Città Futura nel programma AlternItalia.

Così, tra concerti e collaborazioni con Radio Rock gli Strade Blu continuano a proporre dal vivo le loro canzoni. Salgono sul palco del Palacisalfa, de La Maggiolina, il CSA Intifada e così via fino a quel giorno di Giugno del 2001, dove si consumerà la loro ultima apparizione dal vivo (almeno tutti e quattro) sul palco del Circolo degli Artisti.
Quel concerto sancirà un cambiamento sull’attività del gruppo in quanto Emiliano decide di dare una svolta alla sua vita lavorativa trasferendosi a Milano.
Questa decisione fa prendere fiato anche agli altri del gruppo che decidono nel successivo autunno di interrompere la collaborazione e sciogliere gli STRADE BLU.

Gli STRADE BLU cessano di esistere fino ad una telefonata giunta il 30 dicembre del 2002, quando Emiliano, sempre lui, annuncia un suo rientro a Roma per il Capodanno e propone di incontrarsi non in un Pub ma in una Sala Prove vicino il Colosseo.
Tutto questo accade il 3 gennaio del 2003.
Si suona, ci si diverte e si ritorna complici.
Alla fine della serata, dopo i saluti di rito e la fuga di Emiliano verso l’aereoporto, rimangono Giulio, Stefano e Luca che decidono di riprendere a suonare e di incidere un nuovo album anche senza la presenza di un batterista.
Il 10 febbraio del 2003 iniziano le registrazioni.
Il disco viene terminato nel mese di ottobre e dopo un paio di mesi di pubblicità via web viene chiesto loro di esibirsi, nel febbraio del 2004 (e questa sarà l’ultima apparizione live), in una rassegna musicale e cinematografica presso il cinema Greenwich in Roma.
Il concerto ha del surreale però fa capire loro che un un live senza una vera e propria base ritmica rende il tutto meno avvolgente.

Nell’estate dello stesso anno Stefano “Peter Parker” Salamena decide di lasciare l’Italia per trasferirsi nella lontana Inghilterra.
Questa decisione divide ancora una volta le “Strade” del gruppo.

Tutto questo lascia in un limbo il progetto STRADE BLU.
Ma ecco…!!! Torna ancora il Natale (questa volta siamo nel 2006), torna ancora Emiliano e ritorna anche Stefano.
Si organizza una cena e dopo fiumi di vino rosso e quantità industriali di salumi e formaggi, presi dall’euforismo, si organizza un incontro per un nuovo concerto…
Certo, incastrare la nostra musica tra gli impegni quotidiani e le distanze che ci separano non è stato facile ma…

Riescono a tornare dal vivo a marzo del 2007 e a dicembre del 2008 dove presentando il loro ultimo disco “Que Viva Strade Blu!”.
Ad oggi stiamo tutti percorrendo le vie provinciali che porteranno ad incontrarci nuovamente su di un palco… ancora una volta. Ed ancora una volta aleggia nell’aria quello che ci siamo sempre detti:

“Il nostro è un andare senza fretta, per guardare ciò che si attraversa, per vedere oltre, per sentire odori, suoni, emozioni… per conoscere genti, posti, noi stessi, coloro che viaggeranno con noi. Niente autostrade, se non per i tratti iniziali e finali, niente alberghi lussuosi… andare da un posto all’altro, il più velocemente possibile, si può definire trasloco, trasferimento od altro, ma non viaggio. Un viaggio è un’altra cosa che, in primo luogo, comincia e finisce dentro noi stessi”.

D’altronde, se ti muovi, non vieni nella foto.